LA SOTTILE ARTE DI SOGNARE
Trovarsi di fronte al Padiglione della Gran Bretagna ai giardini della Biennale di Architettura 2018 di Venezia è un'esperienza di forte suggestione, che consente di cogliere immediatamente ciò che a parole non si può dire. (O almeno questo è quello che ho provato!)
Ho visto tante persone entrare e uscire perplesse, un po' confuse e con la medesima domanda da rivolgere all'ingresso: "Il padiglione è chiuso o aperto? .. Ma non c'è nulla qui?" Sì, è vero, non c'è nulla. Visitando gli spazi espositivi ci troviamo al cospetto del vuoto dove non c'è alcuna mostra.
Ma il vuoto è veramente vuoto? Mi chiedo incuriosita.
Lentamente ripercorro le gallerie. Non sono immacolate: sulle pareti rimangono tracce degli allestimenti precedenti. Una donna scatta una foto a un’amica mentre sorseggia un vino o un prosecco da un calice e, poco più avanti, con un movimento rapido e inosservato, un giovane asiatico attacca un adesivo al muro: è il suo biglietto da visita professionale!
C'è del potenziale in questi spazi vuoti: se ne può fare un uso temporaneo e sono aperti a tutti. Immagino un luogo in continuo cambiamento. Immagino uno spazio per dibattiti e performance dove studenti, attori, musicisti e altre figure di passaggio possono portare - per l'intera durata della mostra - le loro idee e i loro pensieri. Immagino bambini riempire il pavimento di giochi e risate. Sì, immagino, perché è il tramite progettuale fondamentale per la costruzione degli spazi. […]
All'improvviso, mentre gli spazi vuoti offrono l’opportunità per una riflessione, una discussione e un’interpretazione aperta, insistenti rumori di calpestio mi riportano alla realtà: il padiglione non è completamente dimenticato.
Presto maggiore attenzione e noto sul lato estremo un insieme di inferriate altissime scandite da un ritmo continuo e quasi costante di passi. È una scala metallica montata su impalcature, dove porterà? Mi guardo intorno. Sotto un sole infuocato una lunga fila di persone sorridenti e sudate aspetta impaziente le ore 16: dicono sia l'ora del tè. Decido di salire anch'io: la ripida e impegnativa scalinata mette a dura prova il fiato e le gambe, ma chi resiste vedrà senz'altro ripagati i suoi sforzi.
Un nuovo spazio inaspettato domina il panorama di una bellezza struggente. Soltanto da lassù tutto si fa chiaro: finalmente leggo la libertà spaziale del vuoto, un vuoto pronto per essere riempito e vissuto.
– ERICA S –
Il vuoto del Padiglione Gran Bretagna ©Erica Scalcione for WMMQ
Ponteggio per raggiungere lo spazio sopraelevato ©Erica Scalcione for WMMQ
The Architect's Dream ©Thomas Cole, Toledo Museum of Art