top of page

Storia di un fallimento

- Laura Ganimede -

In facciata il padiglione è granitico, le possenti linee orizzontali sono interrotte ortogonalmente solo dal grande portale di ingresso. Varcandolo ci si trova di fronte a un massiccio muro diagonale in cartongesso non intonacato, che dà l’idea di qualcosa di incompleto.

Il muro sembra quasi indicare la direzione, entrando nella sala a sinistra l’attenzione va al grande plastico in legno del padiglione stesso, situato al centro della stanza. Sulle pareti sono presenti delle planimetrie e delle fotografie in sequenza, che illustrano il progetto e la sua storia.

 

Più di tutti risalta il colore rosso, il colore dell’azione, dell’attenzione, dell’energia e del coraggio.

Il progetto del Padiglione Austria, denominato “Partecipazione Beteiligung” del collettivo AKT e dell’architetto viennese Hermann Czech ci racconta la storia di un fallimento.

Da anni le dimensioni dei territori della biennale hanno subito un incessante incremento, andando a privatizzare sempre di più quello che è lo spazio pubblico di Venezia. Da circa un anno e mezzo l’Austria ha proposto un’inversione di tale fenomeno, tramite un’apertura della biennale verso la città e la cittadinanza.

Il padiglione, situato nell’angolo nord-ovest dei Giardini, sorge in prossimità del muro che divide l’area della biennale dal quartiere S. Elena.

 

L’idea era quella di creare un collegamento diretto, in modo da rendere una parte del padiglione liberamente accessibile agli abitanti di Venezia, e trasformarla in un’arena per la collettività, per iniziative civiche e sociali.

Nella seconda sala saltano subito all’occhio i poster sul muro, marcati con delle “x” nere, che illustrano i numerosi tentativi di collegamento proposti e respinti dalle autorità competenti.

L’esterno e le parti del padiglione che sarebbero dovute diventare pubbliche appaiono come un cantiere non finito. Di particolare impatto è il ponte che avrebbe avuto la funzione di collegamento, che risultando incompleto, mostra il senso dell’esposizione.

Il padiglione stesso diventa quindi un vero e proprio manifesto di lotta sociale, una denuncia all’incessante espansionismo che da molti anni va a discapito dei Veneziani.

Plastico di come avrebbe dovuto essere il padiglione

Foto di ©N Marco Santomauro per WOO

Progetti selezionati dalla giuria, poi respinti dalla Biennale

Foto di ©N Marco Santomauro per WOO

Partecipazione

Foto di ©N Marco Santomauro per WOO

Partecipazione

Foto di ©N Marco Santomauro per WOO

bottom of page