Time to Travel
Carichiamo le valigie e siamo pronte a partire. La meta non è delle più note, ma i presupposti sono ottimi. Dopo una notte di viaggio, immersi nella neve, superiamo il confine con l’Austria. Destinazione Graz.
Il gruppo di viaggiatori è divertente e assortito: studenti, docenti, collaboratori universitari e un autista. Carichi di panini e macchinette fotografiche.
Arriviamo in una città tranquilla, vivibile e organizzata, con un’alta percentuale di opere di architettura contemporanea e qualche cameriere italiano. La mano degli architetti è riconoscibile, la “Grazer Schule” non rientra nel programma universitario eppure conoscendola ci è parsa importante per il nostro percorso di studi. Ma l’architettura non è l’unica cosa incontrata in questo viaggio e neanche la birra o la sacher. I poli universitari e il giro nella città ci hanno mostrato una realtà non troppo lontana per chilometri, ma diversa dalla nostra. Una cultura e un modo di vivere la città, la storia e i luoghi, diverso. La professione dell’architetto è anche questa, ritrovare il modo più adatto di abitare. Quattro giorni di tetti rossi e immense vetrate, un contrasto impensabile avvolte (la sovraintendenza italiana non sarebbe troppo d’accordo) ma di meraviglioso effetto.
Sonnecchiando un po’ siamo tornate a casa (come si dice sempre dopo un viaggio) con la valigia piena di spunti interessanti da cui ripartire e ammettiamo, anche piena di cioccolata.
Erica Scalcione // Chiara Sileno
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